basilica di san vitale a ravenna
Emilia Romagna

La basilica di San Vitale a Ravenna

Capitale dell’arte bizantina in Italia e nell’Europa occidentale, Ravenna ospita ben 8 tesori tutelati dall’UNESCO come patrimonio mondiale. Tra questi, la Basilica di S. Vitale è senz’altro la più rinomata, soprattutto per la ricchezza di mosaici bizantini risalenti all’impero di Giustiniano.

Breve storia della Basilica di S. Vitale

La Basilica, dedicata a S. Vitale, venne realizzata nel luogo in cui fu ucciso il santo, secondo la leggenda narrata da Jacobus de Varagine. La costruzione iniziò nell’anno 527 d.C. con il vescovo Ecclesio, durante l’impero di Giustiniano, e fu completata nell’anno 548  d.C. con il vescovo Massimiano.

La costruzione fu finanziata da Giulio Argentario, un banchiere greco che aveva accumulato una discreta fortuna durante la guerra greco-gotica. Si pensa che fosse un collaboratore di Giustiniano, incaricato dall’imperatore di promuovere grandi imprese per affermare il predominio culturale bizantino in Italia.

Nella sua forma la Basilica rivela l’influenza dell’architettura paleocristiana, come S. Lorenzo a Milano, ma anche l’influsso della cultura orientale, ammirabile nella chiesa di S. Sofia a Costantinopoli. Pur riprendendo questi modelli si tratta di un monumento originale, unico nel suo genere.

La struttura della Basilica

La Basilica di San Vitale ha una pianta ottagonale che unisce gli elementi romani come la cupola, le torri a gradini e la forma dei portali ad elementi bizantini. Il corpo esterno è su due ordini con finestre e pilastri molto prominenti . Si aggiungono poi due torri a gradini, il portico sulla facciata e l’abside con due corpi cilindrici (Diaconicon e Protesi) sul retro.

Le pareti sono realizzate con mattoni morbidi rivestiti da uno strato di calce. La campana, aggiunta sulla sommità di una delle due torri a gradini, risale al X secolo circa, ma fu ricostruita dopo il terremoto del 1688. I contrafforti che contrastano con la spinta delle volte interne risalgono al IX secolo.

I mosaici della Basilica di S. Vitale

San Vitale è rinomata soprattutto per i suoi numerosi mosaici che, in perfetto stile con la tradizione ellenistico-romana, appaiono vivaci e dinamici nelle loro ricche cromie.

I mosaici sono stati realizzati in più fasi, ma nel complesso risalgono tutti al VI secolo. La realizzazione più antica, risalente al vescovo Ecclesio, è quella raffigurante la Teofania nella semicupola absidale. Si tratta di una rappresentazione simbolica, astratta e ricca di significati religiosi. Al centro è rappresentato un giovane Cristo, senza barba, seduto tra due angeli su un globo blu, simbolo dell’universo. A sinistra, S. Vitale, nell’atto di ricevere da Cristo la corona del martire,  le mani coperte da un mantello. A destra, il vescovo Ecclesio, offre un modello della chiesa che ha fondato.
 
Sulle pareti dell’abside si trovano invece altri due celeberrimi mosaici: la processione di Giustiniano e la processione di Teodora. La processione dell’imperatore mostra diverse figure allineate: i soldati, rappresentati con fisionomie indistinte e gli altri personaggi, ritratti nel dettaglio da artisti di Costantinopoli. Al centro, spicca la figura dell’imperatore, in abiti ricchi e vistosi. Dall’iscrizione possiamo anche identificare il vescovo Massimiano e Giulio Argentario ritratto sullo sfondo, tra il vescovo e l’imperatore. Il generale barbuto è Belisario, il conquistatore di Ravenna.

Nella processione di Teodora il posizionamento delle figure è lo stesso dell’altro corteo, con l’imperatrice al centro adorna di gioielli e contornata da un’aureola. Gli orli delle sue vesti sono ricamati con immagini dei Re Magi: si tratta di un riferimento alla chiesa di Sant’Apollinare Nuovo, dove si trova un mosaico simile.

Ogni angolo della Basilica è arricchito da mosaici (lunette, estradossi di archi, muri, ecc.) con scene delle Sacre Scritture. L’astrattismo in questi mosaici è decisamente marcato. La profondità è completamente eliminata, le figure sono immobili e prive di rilievo, come se fossero profili ritagliati, le forme tendono alla geometria. Lo scopo trascende dal realismo per narrare una scena celebrativa, delle cerimonie simboliche.

Per visitare la basilica è possibile acquistare il biglietto unico al costo di 10,50 € che permette l’accesso anche alla basilica di S. Apollinare Nuovo, al Museo Arcivescovile, al Battistero Neoniano e al Mausoleo di Galla Placidia.