parco nazionale del pollino
Basilicata,  Calabria

Parco Nazionale del Pollino: 5 cose da fare tra Natura ed Enogastronomia

Compreso tra le province di Potenza, Matera e Cosenza tra Basilicata e Calabria, il Parco Nazionale del Pollino, offre degli scorci paesaggistici senza pari. È anche il parco nazionale più grande d’Italia, con i suoi 192.565,00 ettari di terreno. Inoltre, vanta alcune delle vette più alte del sud Italia, tra cui la Serra Dolcedorme, con i suoi 2.267 m di altitudine, che la portano ad essere imbiancata dalla fine di novembre all’inizio di maggio. 

Stiamo quindi parlando di un’area naturale immensa ed estremamente diversificata, composta da grotte carsiche, pareti di origine vulcanica, prati, pascoli, rocce dolomitiche e bastioni calcarei. Non è facile sapere cosa fare, sebbene ci sia sempre qualcosa per accontentare tutti. Vediamo, quindi quali sono le attività più interessanti da fare nel Parco Nazionale del Pollino. 

1) Sulle tracce delle specie estinte

Numerosi e interessanti fossili sono stati rinvenuti all’interno del Parco del Parco Nazionale del Pollino, che testimoniano la presenza di specie estinte milioni di anni fa. È il caso delle rudiste, molluschi presenti nei mari fino a 60 milioni di anni fa, oppure delle elephas antiquus italicus, l’antenato dei nostri elefanti rinvenuto nella Valle del Mercure. Per un ulteriore approfondimento consigliamo di visitare il Museo Naturalistico e Paleontologico di Rotonda.

2) Escursione sulle vette più alte

Come abbiamo accennato, il Parco del Pollino ospita alcune delle vette più alte del meridione: il Serra Dolcedorme, (2267 m), il monte Pollino, (2248 m), Serra del Prete, (2181 m), Serra del Ciavole, (2127 m) e Serra di Crispo, (2053 m). C’è una vasta scelta di sentieri, intervallati da numerose sorgenti, gole scalfite e imponenti valli fluviali. Non mancano escursioni meno impegnative, caratterizzate da un minor dislivello e adatte anche a chi è fuori allenamento. 

3) Alla scoperta di piante, fiori e erbe officinali

La grande biodiversità presente nel parco fa sì che possano prosperare tantissime specie vegetali. Si va dall’alloro, dal rosmarino, dal corbezzolo e dal mirto della macchia mediterranea alle specie più montane come castagni, querce e aceri. In alcuni punti del massiccio, inoltre, soprattutto sul versante nord, cresce e prospera l’abete bianco, importante testimone della storia geologica del parco. 

4) Esplorazione delle grotte del parco

Stando a un recente censimento effettuato dal Consiglio Nazionale dei Geologi, il Parco Nazionale del Pollino conta oltre 2.700 geositi. È possibile visitare alcune delle grotte carsiche del parco attraverso apposite visite guidate, dal momento che si tratta di voragini profondissime, con sotterranei oscuri e difficili da percorrere. Qualche nome? La grotta del romito, l’abisso del bifurto, la grotta di panno bianco, la serra del gufo, la grotta di San Paolo e la grotta di Sant’Angelo.  

5) Visite enogastronomiche

A cavallo tra Calabria e Basilicata, il Parco Nazionale del Pollino offre il meglio della cultura enogastronomica di entrambe le regioni. Semplicità e tradizione restano i capisaldi della cucina tipica del Pollino, che segue ancora le tradizioni tramandate di generazione in generazione. La zona è ancora molto legata alla sua vocazione agricola e pastorale, per questo i piatti principali si rifanno ai grandi classici di questo mondo: pane, zuppe a base di legumi, salumi e formaggi sono onnipresenti su queste tavole.